Iniziative digitali d'autunno - Il fondo archivistico del Comando dei Vigili del Fuoco di Asti
Archivio di Stato di Asti
7 - 11 dicembre 2020 - Appuntamenti virtuali
Nell'aututnno 2020 l'Archivio di Stato di Asti ha proposto sui propri canali (pagina Facebook, profilo Twitter e sito istituzionale) percorsi di valorizzazione dei documenti conservati nei depositi.
Il fondo archivistico del Comando dei Vigili del Fuoco di Asti
Questo quarto capitolo delle Iniziative Digitali d’Autunno ci porta a prendere in considerazione il fondo archivistico del Comando dei Vigili del Fuoco di Asti, giunto in Archivio di Stato nel 2003 a seguito del versamento. Si tratta della documentazione ricevuta e prodotta dagli uffici del Comando nell’ambito della propria attività, che rispecchia la storia dell’Ufficio dalla metà degli anni Trenta all’inizio degli anni Settanta. Prima di dedicarci ad affrontare alcuni aspetti particolari della storia dei Vigili del Fuoco di Asti per come emergono dai documenti conservati nei depositi dell’Archivio di Stato, può essere interessante utilizzare lo strumento delle raccolte legislative presenti in Sala Studio per ripercorrere la storia istituzionale del corpo che si occupa di assicurare pronto intervento e assistenza in caso di incendi, frane, alluvioni o altre calamità.
Per fissare solo alcune tappe di questa breve ricostruzione storica, occorre andare indietro fino al 1824, quando le Regie Patenti del 27 aprile firmate da re Carlo Felice dispongono la costituzione del Corpo delle Guardie del Fuoco nei comuni più importanti del Regno. Per quanto riguarda Asti, il comune dispose negli anni Trenta dell’Ottocento la creazione di una squadra di pompieri, il cui regolamento venne approvato con il Regio Decreto del 14 novembre 1858 a firma del re Vittorio Emanuele II.
La competenza delle misure prese a protezione dagli incendi rimase municipale fino alla svolta della fine degli anni Trenta, quando venne istituito il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, dipendente dal Ministero dell’Interno (Regio Decreto 27 febbraio 1939 poi convertito in legge n. 1570 del 27 dicembre 1941). A quest’epoca data la fondazione ad Asti dell’8° Corpo provinciale, il cui motto è “Ignem audacia domo” ovvero domo il fuoco con l’ardimento.
Infine, con la legge n. 649 del 13 maggio 1961, l’8° Corpo provinciale assunse il nome e le caratteristiche attuali, diventando il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Asti.
Nell’immagine, la legge n. 1570 del 27 dicembre 1941 dalle raccolte legislative della Sala Studio.
Appuntamento a mercoledì 9 dicembre per scoprire insieme storia e immagini della “Giornata del Vigile del Fuoco” del 1956 ad Asti.
Cominciamo con l’Ordine del Giorno: il Ministro dell’Interno – da cui dipende il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – nell’istituire la giornata intendeva mettere in luce l’“alto senso del dovere, lo sprezzo del pericolo e lo spirito di umana solidarietà” caratterizzante l’operato dei Vigili del Fuoco, sottolineando il gran numero di “episodi di eroismo che hanno già meritato, con superba motivazione, l’altissimo ambito premio della Medaglia d’Oro al Valore Civile allo Stendardo del Corpo”.
La comunicazione del Provveditorato agli Studi, nell’evidenziare l’importante funzione educativa della Giornata del Vigile del Fuoco, forniva informazioni sullo svolgimento dell’iniziativa. L’attrezzatura dell’8° Corpo venne trasferita ed esposta presso i giardini pubblici, mentre durante la giornata furono previste dimostrazioni alla presenza delle massime autorità provinciali.
Eccoci infine al servizio fotografico, che con il bianco e nero ci riporta indietro all’atmosfera di quegli anni. Tra le immagini selezionate, una visione d’insieme dei giardini attrezzati e imbandierati a festa, la dimostrazione dello spegnimento delle fiamme con un estintore ed esercizi sulle scale per il soccorso.
Alcuni cataloghi delle attrezzature degli anni Quaranta, che vediamo nelle prime tre immagini, ci informano che le maschere Kollix costituiscono la “protezione più sicura contro qualsiasi specie di polveri, anche le più fini – aerosoli e colloidali – e contro i fumi metallici” mentre la ditta Auer proponeva la protezione antigas che “salva la salute e la vita”.
La prassi della vendita dei mezzi di soccorso non più utilizzati ha generato invece una piccola ma preziosa serie di documenti, spesso corredati da fotografie, che costituisce una interessante galleria di auto d’epoca. Una circolare del 1946 del Ministero dell’Interno disponeva che per procedere all’alienazione del materiale automobilistico antincendio si riunisse una commissione formata dal Vice Prefetto, dal presidente del consiglio d’amministrazione dell’8° Corpo dei Vigili del Fuoco e da un funzionario dell’Ispettorato della Motorizzazione. La commissione, dopo aver individuato i mezzi ormai inutili, aveva il compito di invitare le ditte della Provincia e del circondario potenzialmente interessate all’acquisto a fare un’offerta e di seguire la pratica fino alla vendita. Un’autovettura Peugeot, ad esempio, venne venduta nel 1953 all’Ospizio Sacra Famiglia di Cesano Boscone, in provincia di Milano, mentre per un motocarro attrezzato per incendi della marca Benelli fabbricato nel 1940, che vediamo nella prima delle tre fotografie di mezzi di soccorso, fece un’offerta nel 1947 l’officina meccanica Angelo Burini di Asti.
Il più antico mezzo presente nella serie, ritratto nella seconda fotografia, è un autocarro prodotto nel 1923 dalla Società Piemontese Automobili, azienda fondata nel 1906 e poi acquisita dalla FIAT vent’anni dopo, mentre quello forse più rappresentativo dei pompieri di un tempo è un automezzo FIAT G21 fabbricato nel 1936 che, con il suo carico di bombole, trombe, scale, lampade e pompe, poteva raggiungere i 50 km all’ora (lo vediamo nell’ultima fotografia).